Opposizione a decreto ingiuntivo: come e quando farla

21 Febbraio 2013
Il ricorso per decreto ingiuntivo è lo strumento che consente al creditore di ottenere, senza che il debitore venga neppure sentito, un ordine di pagamento di somme di denaro o di consegna di cose.
Vista la sua peculiarità, il decreto ingiuntivo può essere concesso dal giudice solo se il creditore è in grado di fornire prova scritta del suo credito.
Non è quindi possibile ottenere decreto ingiuntivo per un risarcimento danni, in quanto l'ammontare dei danni deve essere valutato nel corso di un normale giudizio, mentre il pagamento di una fattura insoluta può essere ottenuto proprio grazie al decreto ingiuntivo, visto che in questo caso il credito, risultando dalla fattura (o meglio, dalle scritture contabili dell'imprenditore), è già determinato nel suo ammontare.

L'iter per ottenere il decreto ingiuntivo è abbastanza semplice. Si deve presentare ricorso al giudice competente (tribunale o giudice di pace, a seconda del valore) e attendere che il giudice, se ritiene provato il credito, emetta il decreto.
Di solito il giudice ingiunge al debitore di pagare entro 40 giorni dal ricevimento della notifica del decreto.
In alcuni casi però, ad esempio per il pagamento di spese condominiali già deliberate dall'assemblea o per crediti che risultano da atto notarile, il giudice ordina al debitore di pagare subito, senza attendere i 40 giorni. In questi casi il decreto viene usualmente notificato con il precetto, ossia con il preavviso che, se il pagamento non avviene entro dieci giorni dalla notifica, i beni del debitore potranno essere aggrediti con un'azione esecutiva forzosa.

In ogni caso il giudice assegna però al debitore un termine di 40 giorni per opporsi al decreto. Chi riceve un decreto ingiuntivo non è insomma condannato senza appello a pagare. Il presunto debitore ha infatti la possibilità di opporsi al decreto, provando ad esempio che le somme le ha già pagate, in tutto o in parte, oppure che non devono essere pagate, magari perché il creditore a sua volta non ha adempiuto correttamente ai suoi obblighi contrattuali.
Non bisogna insomma disperare, se si ritiene di avere le giuste armi per contrastare le pretese del presunto creditore.

Attenzione però, perché non tutte le opposizioni riescono a bloccare l'esecutività del decreto. Alla prima udienza del giudizio di opposizione il creditore potrà infatti chiedere che il giudice, se l'opposizione non è fondata su prova scritta o comunque su elementi che dimostrano facilmente l'inesistenza del credito, renda comunque da subito esecutivo il decreto. Al contrario, nei casi in cui sia stato ordinato di pagare immediatamente (cd. decreto immediatamente esecutivo) il debitore, facendo l'opposizione, potrà provare a bloccare l'esecutività del decreto, sempre che riesca a dimostrare subito le proprie ragioni.

Come si fa l'opposizione?
Lo strumento tipico è la citazione in opposizione, un atto che il debitore deve notificare al creditore entro i 40 giorni dalla ricezione della notifica del decreto. Se avete motivi per opporvi al decreto muovetevi quindi in fretta perché, passati i 40 giorni, il decreto diventerà una sentenza definitiva di condanna, anche se avreste potuto dimostrare di non essere debitori.
I motivi di opposizione possono essere i più vari ma vanno sostanzialmente ricondotti a due grandi categorie: motivi di merito e motivi procedurali.
I primi attengono ai fatti e quindi ad esempio al fatto che il debito sia già stato pagato, oppure che il pagamento non sia dovuto per altre ragioni, come la compensazione con altri debiti del creditore o anche la prescrizione, che il debitore può eccepire proprio facendo opposizione al decreto.
I secondi attengono alla corretta procedura di presentazione del ricorso, sua emissione, sua notifica, ecc. Si tratta di motivi di opposizione "tecnici", che solo un avvocato può valutare con cognizione di causa. Tanto per fare un esempio, il decreto notificato dopo 60 giorni dalla sua concessione da parte del giudice (o meglio, dalla data di deposito in cancelleria) diventa inefficace e può quindi essere opposto.

In conclusione un consiglio sempre valido: se ricevete un decreto ingiuntivo fatelo subito vedere ad un avvocato e chiedete consigli sul da farsi, ricordando che se non fate opposizione entro 40 giorni non potrete più contestare la condanna al pagamento contenuta nel decreto ingiuntivo.
Se invece le somme effettivamente le dovete, se disponete del denaro necessario pagate subito o accordatevi per un pagamento a rate, perché ogni successivo passaggio renderà il vostro debito sempre più alto.

Giovanni Ferrari, avvocato in Genova e su dirittosemplice

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