La clausola “floor” nei contratti di mutuo a tasso variabile
12 Giugno 2018
Può accadere che nel contratto di mutuo a tasso variabile venga inserita una clausola floor la quale può essere definita come quella clausola che prevede un limite percentuale al di sotto del quale gli interessi dovuti alla banca non possono scendere.
Tale clausola garantisce che gli interessi corrispettivi siano almeno pari alla valore percentuale individuato dalla clausola stessa, anche laddove il parametro di calcolo degli interessi (in genere l’Euribor) sia inferiore al valore del tasso assunto dalla clausola floor.
In questo modo gli istituti di credito si assicurano una minima redditività nelle operazioni di finanziamento, anche in presenza di un futuro forte ribasso dei tassi.
Poiché tale clausola determina un significativo squilibrio di diritti ed obblighi tra la banca ed il cliente, autorevole dottrina la considera vessatoria e la giurisprudenza è intervenuta più volte a rimarcare le condizioni che devono sussistere affinchè la suddetta clausola possa dirsi legittima.
In particolare, la clausola floor può essere considerata manifestamente vessatoria se non contrattualizzata e non adeguatamente pubblicizzata sotto il profilo della trasparenza.
Avv. Federica Guerrieri
L’applicazione di clausole floor deve quindi essere adeguatamente pubblicizzata e chiaramente rappresentata al mutuatario prima della stipula del contratto e, in difetto, potrebbe aversi una violazione di legge con conseguente nullità relativa del mutuo e obbligo per la banca di restituire gli interessi ingiustamente maggiorati.